sabato 1 agosto 2009

01/06/2009 VIRGEN DEL CAMINO - SANTIBANEZ

Stamattina la sveglia come al solito presto alle ore sei, ma dall'albergue siamo usciti tardi ed alquanto malconci, io con somma sorpresa, scopro che la vescica che avevo sul mignolo del dito sinistro, tamponata dal filo di cotone che andava a forare l'ampolla, si è tolto e probabilmente nel sonno muovendomi con i piedi ho tirato il tutto e la pelle è completamente partita, come lacerata, sotto s'intravede la pelle rossa e viva del piede, mentre l'altra vescica sul tallone del piede sinistro la foro nuovamente con ago e filo lasciandolo dentro, mi incerotto il mignolo sinistro in modo da poter camminare e calzare la scarpa.
Luca tra la tendinite che gli crea dolore ed Aldo che non ha fatto altro che russare, ha dormito poco e niente e mi sembra anche alquanto nervoso...
Faccio colazione alle macchinette dell'albergue assieme a me c'è una famiglia tedesca madre, padre e figlia. Usciamo alle ore 07.40 e successivamente ci fermiamo in un bar perché nel frattempo i miei compagni di viaggio non hanno fatto colazione, il dito del piede mi fa male... mi fermo lungo il percorso ad incerottare nuovamente il dito ed i ragazzi mi aiutano con la loro farmacia ambulante!!!
Proseguiamo sotto un caldo ancora sostenibile, alle ore 13.00 ci fermiamo a mangiare nell'unico posto all'ombra incontrato: una stazione dell'autobus in pietra con tanto di posto a sedere situata tra la statale ed i campi, in lontananza tra un boccone di bocadillo ed un po' di acqua, scorgiamo il saluto dei pellegrini che avanzano sotto il sole.
Ripenso alla sensibilità del pellegrino Andrea, alla sua perspicacia, al suo saper leggere nell'animo delle persone, un ragazzo intelligente e di grande generosità. Ho parlato un po' con lui prima di fare sosta per il pranzo e gli ho detto la stranezza che mi ha colpito di questo cammino e che ho ripetuto nelle mie pagine di diario, a quando sei in compagnia di tante persone e poi all'improvviso sei solo e con molta semplicità, lui mi ha fatto capire che sono una persona viva, che siamo delle persone vive dentro...e qualunque cosa dovrò decidere al mio ritorno non farò del male a nessuno perché gli altri riusciranno a vivere anche senza di noi ….con parole semplici mi ha fatto vedere il senso di questo mio cammino e quello che non volevo vedere.
Dopo aver scherzato tra di noi e fatto un po' di foto alla nostra piccola comitiva, c'incamminiamo verso Santibanèz, il caldo incomincia a diventare sempre più insopportabile ed i piedi iniziano a dolere sempre più, si va come al solito avanti per inerzia ed ormai ci abbiamo fatto un po' l'abitudine tutti. Anche Aldo è stanco, ma non vuole darlo a vedere, così decidiamo di fermarci a Santibanéz come da programma, anche se Andrea sarebbe andato oltre per altri 13 km fino ad Astorga, ma resta con noi.
Un cartello dice che l'albergue è a 500 metri, ma ormai sappiamo che questi fantomatici cartelli indicano delle misure inesatte e quasi sicuramente dovremo fare più strada di quanto indicato, a volte qualche paio di km in più di ciò che è scritto. Finalmente tra un'imprecazione ed un'altra, a causa delle indicazioni inesatte sui metri da percorrere, arriviamo all'albergue, entriamo e non c'è nessuno in apparenza, ma ecco all'improvviso una voce parlare romanesco al piano superiore con Aldo e così scopriamo che l'hospitalero è un romano che si chiama Ercole, che ha lasciato tutto in Italia, lavoro compreso ( bancario ) ed un giovane spagnolo, Antonio, molto somigliante ad Antonio Banderas che arrotonda la sua situazione lavorativa per poco tempo, perchè ha perso il lavoro a Madrid dove vive. Così scopro che la crisi si fa sentire anche qui in Spagna, ma almeno spero che Antonio il lavoro l'abbia perso per qualcosa di reale e non come è successo a me per l'inettitudine di chi comanda la scialuppa.... non voglio ritrovarmi a rimuginare sul latte versato, voglio essere positiva e sentirmi tale, in quanto mi aspettavo ciò che mi si è prospettato nel mio lavoro... animo .
Santibanèz non offre nulla, nemmeno un supermercato, ci sono case fatte con il fango e la paglia, se non sterco di animali, case poverissime, alcune con il cartello vendesi...mi chiedo chi mai possa comprarle. Dopo aver fatto la solita doccia fredda ( Antonio, accende la caldaia in ritardo...), Ercole ci offre una lattina di birra, lo aiutiamo a sistemare i tavoli perché la cena avverrà in giardino con tutti gli altri pellegrini, siamo gli unici italiani ed Ercole è molto solare con tutti noi, mangiamo in abbondanza un risotto che riprendo ben volentieri e per l'indomani non potendo fare colazione, mi preparano un bocadillo con la frittata di patate, una specialità spagnola che prendo ben volentieri.
Domani iniziano le montagne ed Andrea viene in camera a curarmi i piedi con la propoli, in stanza con me c'è una ragazza tedesca ed Aldo il russatore!!! Andrea e Luca si sono sistemati in un'altra camera, nel frattempo mi sto portando dietro nello zaino un sasso che peserà 3kg circa. Ho intenzione di lasciarlo alla Cruz de hierro, là dove i pellegrini lasciano sempre qualcosa forse per espiare le colpe, i peccati ? Non lo so, io lascierò un bastone nuovo che ho trovato sul cammino, il mio fragile e corto l'ho infilato a lato del mio zaino, l' ho porterò a casa al mio ritorno....

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