giovedì 6 agosto 2009

08/06/2009 Mato Casanova – Alto S. Irene

Il cammino sta per concludersi ed io partita da Città di Castello (Pg), all'oscuro di tutto ed ignara di quello che potevo incontrare delle sensazioni che avrei potuto avvertire, sono partita ugualmente da sola con tutte le mie incertezze, le mie paure e stamattina mi ritrovo a partire da Mato Casanova affrontando la solitudine dei boschi e la mia solitudine... e piove anche oggi.
Cammino fra i saliscendi dei boschi galiziani e sembra che si sia scatenato il diluvio universale, i sentieri sono dei fiumiciattoli in piena, fermarsi non si può, non c'è alcun punto in cui ci si possa riparare, non mi và di andare a fermarmi sotto gli alberi, ma in alcuni momenti lo farò, il resto del percorso è bellissimo da attraversare, la pioggia è tanta, raggiungo la scolaresca che ieri sera nell' albergue ha rumorosamente giocato , sono divisi a gruppi e mi colpisce la loro serietà, come se avessero indossato una seconda pelle, quella di dover essere adulti... peccato li preferivo giocosi come li ho sentiti ieri sera, ma il cammino merita rispetto, un ragazzo, noto che ha la scarpa destra incollata con del nastro adesivo, ho visto più di un pellegrino in quelle condizioni e spesso lungo il percorso qualcuno ha lasciato anche gli scarponi ormai completamente sfatti... si ha sempre un ricambio con sé, a volte i sandali da trekking o da doccia.
Penso al fatto che non ho mai preso tanta acqua in vita mia, nemmeno quando correvo in bici. I boschi iniziano a diventare sempre più dei fiumi in piena, le pozzanghere sono ovunque, le scarpe sono così inzuppate e fradice che non noto più se passo tra le pozze o sull'asciutto, di asciutto intorno a me non c'è niente e mi domando dove sono gli altri pellegrini, spariti tutti, ero partita da sola ed adesso ho le sensazioni del mio viaggio, le consapevolezze di ciò che è.
Sono partita alle ore 06.30 sono ore che cammino sotto l'acqua e non dà segni di smettere, anzi, la pioggia è sempre più violenta e c'è anche il vento a farmi compagnia...
Riesco con qualche difficoltà a mandare un sms ad Andrea per sapere dove sono arrivati, sono poco più indietro a quattro km per oggi non riusciremo a rincontrarci, continuo verso Alto S. Irene, sono circa dieci ore che cammino e non ho incontrato nessuno, ad esclusione di due francesi ed uno spagnolo nel bosco ad aspettare che il diluvio si placasse... non ho visto anima viva ed immagino a come sarebbe stato l'affrontare il cammino d'inverno, sicuramente molto duro e con tanto freddo, è freddo adesso che siamo nel mese di giugno...
Dopo aver fatto un'altra ora di strada per i paesotti disabitati? Ecco che dietro di me sbuca un ragazzo biondissimo e giovanissimo, avrà diciott'anni, lo saluto ed in inglese gli dico, che finalmente è l'unico pellegrino incontrato per quei luoghi, mi risponde che non è solo, con lui c'è la sua ragazza, anch'essa giovanissima, facciamo la strada assieme sotto una pioggia incessante e violenta, siamo stremati, oggi sono veramente stata messa a dura prova...... e come se non bastasse ad un sottopasso prima di arrivare all'albergue sprofondo con il piede in una buca piena di fango e acqua, ho la melma che supera la caviglia....arriviamo al primo albergue privato e notiamo sotto l'acqua una signora brasiliana che fradicia come noi, ci dice che non c'è nessuno a cui chiedere posto, ma il motivo di tutta quell'assenza è dato dal fatto che sulla porta dell'albergue c'è il cartello con la scritta “full” e speriamo di trovare posto in quello municipal altrimenti dovremo continuare per altri due km sino a Pedruzo Arca e dopo 38 km con le condizioni meteo subìte proprio non ne ho più. Arriviamo all'albergue munipal io ed i due fidanzatini, qui troviamo posto, mando un altro sms per dire ad Andrea che qui ci sarebbe posto anche per loro, più tardi mi farà sapere che si sono fermati a quattro km, ci rivediamo domani per andare insieme tutti verso Santiago.
L'hospitalera ci sistema a me, a Tonhia ed Helia in una camera con solo tre letti a castello, i riscaldamenti sono accesi e le scarpe dopo averle lavate, le sistemiamo al caldo nella speranza che domani siano asciutte e per fortuna ci sono anche le coperte di lana, nel frattempo arriva anche la signora brasiliana parla solo portoghese, fuori ancora piove e stasera se voglio mangiare qualcosa devo farmi un km di strada ritornando indietro prendendo la statale, o l' alternativa sarebbe farne tre di km andando verso ovest, cioè verso Santiago, dopo undici ore di cammino opto che se voglio mangiare andrò indietro per un km, ma come faccio per partire piove violentemente di nuovo, ho capito stasera dovrò finire il bocadillo di ieri sera che ho conservato per le emergenze ...ho fatto bene.. mi reco in cucina e mi ritrovo i due fidanzatini, mi colpisce l'organizzazione del ragazzo e la sua premura verso la sua fidanzata, è molto dolce e premuroso, chissà se avranno fatto la “ fuitina!”,
ma intanto mentre indico se vogliono favorire un po' del mio bocadillo, gentilmente mi offrono della cioccolata, ringrazio rifiutando con cortesia, capisco che da mangiare hanno solo quello, come io il mezzo panino, nel frattempo si preparano una tazza di acqua calda....Mi racconta Helia che sono di nazionalità russa, ma che abitano in Finlandia e che rimarranno un po' a Santiago prima di ritornare a casa.
Stamane sono riuscita a mangiare solo delle banane ed una lattina di coca-cola acquistata in un supermercato a Melide, nel frattempo ritorno a riposare un po' sul mio letto e scopro con sorpresa che la signora brasiliana che è stata sistemata con noi in camera è riuscita a raggiungere il luogo dove si cena e mi ha portato un bocadillo, le chiedo quanto abbia speso , ma non vuole soldi, la ringrazio di tanta gentilezza e premura, mi lascia veramente senza parole.....il cammino non smette mai di sorprendermi anche in queste piccole attenzioni sono per me molto grandi..................................
E non mi rendo quasi conto che il conto alla rovescia è incominciato.

Nessun commento:

Posta un commento