mercoledì 8 luglio 2009

19/05/2009 Roncisvalle - Larrasoana

Alle h 6.00 veniamo svegliati nell' albergue di Roncisvalle dalle musiche corali dei canti gregoriani

è un 'atmosfera unica e particolare, il risveglio delicato.

Mi rendo subito conto che qui il mondo è presente, c'è gente di tutte le razze ed incomincio a stilare l' elenco delle nazioni : Brasile, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Korea, Slovacchia, Finlandia, Canada, Giappone, Spagna, Francia, Germania, Italia.....

Anche questa tappa la cammino assieme alle pellegrine di Varese ( Susi e Gabriella ), anche oggi la giornata è fredda e con la nebbia , anche oggi siamo state costrette al lasciare Susi indietro, il prossimo albergue a Larrasoana ha solo 30 posti, la nostra preoccupazione è che arrivando tardi si resti fuori e costrette ad andare avanti nel cammino fino al prossimo albergue situato a Zubiri.

Siamo partite relativamente tardi, alle h 08.45 dopo la colazione obbligata fatta da un ricco caffè con leche , pane , burro e marmellata ( è il carburante per ogni pellegrino ) e mi stò già abituando al loro caffè con leche, io che ero una degustatrice di caffè, mi adeguo ad una blanda bevanda marrone ed anche trasparente... aimhè sono lontani i caffè della mia collega Marta..... col tempo diverrà buono tutto.

La sosta a Roncisvalle mi resterà nel cuore per l' atmosfera particolare, per la messa nella chiesa antistante l' albergue con la benedizione dei pellegrini in tutte le lingue delle nazioni presenti. Man mano che cammino, rivedo le persone che ho visto a Bayonne quando sono salita sul trenino che mi portava a S.J.P. De Port, sono volti che incontrerò durante il tragitto e che non dimenticherò e come se facessero parte di una famiglia allargata ( l' americana biondissima e con la sua elegante tutina rosa, chiarissima di pelle e la sua amica tutto l' opposto e di colore, solari come non mai ), tutte le volte che si arriva alla fine di una tappa ci si domanda dove possano essere...

Il percorso è fatto di montagne pirenaiche che portano verso Pamplona, si sale e si scende su strade tortuose e non, incomincio a rendermi conto che forse l' inesperienza o la speranza del sole , mi abbiano fatto sbagliare a scegliere le scarpe, ho un paio di North Face da trekking estive che sono in realtà una scarpa ginnica rinforzata, qui ci vogliono i classici scarponi che ho a casa.....................

Finalmente la giornata si riscalda ho nuovamente indossato i pantaloni lunghi da viaggio ( ho solo quelli che ho con me per il viaggio di andata e ritorno, il resto tutte “braghine” corte ) e la camicia a manica lunga.

Arriviamo a Roncisvalle e sono le 13.00, mettiamo io e Gabriella gli zaini in fila e nel frattempo incominciamo a lavare i panni che avevamo indossato nella fontana fuori l' albergue.... le panchine al sole fanno da stendini ed i panni si asciugano nel giro di poco, la nostra ottimizzazione dei tempi fa sì che anche tutti gli altri pellegrini, inizino a lavarsi i panni..!

Noto un signore giapponese sui 50 anni impeccabile camicia azzurra a manica lunga , pantaloni scuri lunghi e nemmeno una stilla di sudore, mi chiedo come faccia . Gabriella mi dà una lezione sull' epidermide giapponese... secondo lei non sudano e quando si lavano i capelli escono dalla doccia già asciutti.... ed è vero l' avevo notata la sera prima a Roncisvalle con delle ragazze che erano uscite con i capelli bagnati e subito a posto nella piega. Un' altra teoria vuole che i capelli dei giapponesi al vento non si “ scapicciano” !

Ci si ride su è anche questo un modo per passare il tempo nell' attesa che l' hospitalero apra l' albergue ( alle h 15.00 ).

All' ora fatidica ci si mette in fila per registrarsi e prendere posto per poter dormire, l' hospitalera è un pochino burbera e poco ospitale, un' ignorantona insomma che gli spagnoli conoscono e forse anche gli italiani, visto che sono andati tutti a Zubiri. Nostro malgrado il letto a Susi che non è ancora arrivata non ci viene assegnato perché l' ospitalera dice che deve vedere la persona, siamo colte di sorpresa , io prendo il posto, Gabriella decide di aspettare Susi, il rischio è che loro due restino senza dormire... ed allora a mali estremi, estremi rimedi e siccome una pellegrina napoletana dalle tasche riesce sempre a tirare fuori qualcosa, mi sciolgo i capelli e me li arruffo un po', mi faccio prestare una maglia che metto sopra la mia camicia e mi presento con Gabriella davanti all' SS hospitalera facendo finta di essere Susi Colombo e le do la credenziale di Susi con un fare maldestro … siamo imbarazzatissime, ci sentiamo scoperte, ma otteniamo il posto ed in spagnolo mi viene detto di prendere lo zaino e portarlo con me, il mio zaino l' ho già portato in camera, mi porto dietro un paio di scarponi ed il marsupio..... nel frattempo arriva con le sue bacchette da trekking tutta sudata e stanca Susi, la portiamo in maniera trafelata nella camera , gli hospitaleri marito e moglie ci tengono d' occhio forse hanno capito qualcosa? Non lo sapremo mai , di certo è che ci abbiamo riso tanto i giorni a seguire.

Larrasoana è un paesino discreto, piccolo e nostro malgrado scopriamo che non ha nemmeno un negozio per approvvigionarsi di provviste alimentari per il giorno dopo. Fermo un vecchietto spagnolo che mi dice che una volta alla settimana passa un camioncino che ha un po' di tutto e la gente del posto fa provvista....mi rendo conto che qui la gente vive per vivere e non per lavorare, uno stile di vita adeguato, lento senza competizioni. Se fossimo state nella realtà italiana gli ambulanti sarebbero spuntati come funghi!!!

La notte la passo in una camera con altre13 persone e il sonno sembra essere interrotto da un concerto grosso di un paio di russatori , siamo tutti svegli tranne chi russa e studiamo tutti i rumori possibili per farli smettere, ma senza risultati … alla fine con una risata generale, sfiniti ci addormentiamo , il cammino è anche questo: tolleranza e consapevolezza che non tutte le cose possiamo averle come vorremmo noi.



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