mercoledì 15 luglio 2009

23/05/2009 Navarrete - Santo Domingo de la Calzada

Alle h 6.30 sono uscita dall' hotel privato ed ho iniziato ad incamminarmi per Santo Domingo de la Calzada, è freddo e buio, fare colazione non è stato possibile, qui in Spagna tutto è indietro di due ore rispetto all'Italia, i bar se và bene, aprono verso le dieci, quindi come al solito per ovviare al vuoto famelico del mio stomaco mangio un “ platano”, anzi più di uno... di scorta ho sempre anche delle baguette che , devo dire, sono buone ed anche leggermente salate.
Inizia a piovere leggermente e questo non mi fa prevedere niente di buono, lo zaino non è provvisto di copertura per la pioggia, ma tutto ciò che è dentro l' ho messo, come mi ha consigliato un pellegrino ( Luciano di Pistoia ) nei sacchi di plastica ed anche il marsupio l'ho incartato in una busta della spesa! Cosa si fa per non bagnare la credenziale.
Il buio di una cittadina vuota e sconosciuta, mi fanno andare avanti timorosa e sempre di più scopro che questo cammino mi sta facendo scoprire, che, pensavo di saper stare da sola, ma non è così...ma continuo con il mio passo e sarà il dolore che sento al tallone che molto probabilmente, mi fa sentire tanto vulnerabile.
Smette di piovere, si fa giorno ed ecco che dietro di me scorgo in lontananza due zaini, uno di questi è Enrico, il compagno di stanza della notte trascorsa, ha un buon passo, parliamo dei suoi cammini ( ne ha fatti quattro ) ed ancora è a farne un altro senza sapere il perché, ma secondo me, gli dico che molto probabilmente ha avuto fretta di guardare con gli occhi, senza aver tempo di osservare con il cuore, mi guarda stupìto , dandomi ragione, rimane in silenzio per un po', dopodiché, mi racconta che avrebbe desiderio fare il cammino di Marco Polo, quello della seta 4500 km..... non mi attira l'avventura di un cammino così, ma ognuno ha i suoi momenti, le sue motivazioni, le proprie percezioni. Ognuno, ha il suo cammino.
Giungiamo a Najera ed è uno spettacolo poter osservare le roccie rosse con l' arrivo delle cicogne in gruppi molto numerosi, mai viste tante, tutte vanno a prendere posto nelle insenature delle roccie, qui in Spagna le cicogne sono un monumento guai a non rispettarle e mi chiedo come mai da noi, in Italia non se ne vedono tante, semplicemente perché gli sparano , mi dice Enrico. Che crudeltà, Il nostro paese è anche questo.
Io ed Enrico ci salutiamo appena fuori da Azofra, rimane ad aspettare le altre due signore friulane che lo stanno accompagnando.
Ad Azofra incontro un signore tedesco ( Gherard Artmann ) anche lui da solo, parla solo tedesco e mastica un po' di inglese... come me, ma riusciamo a comunicare ugualmente, mi dice di essere partito lasciando la sua attività ( ha una concessionaria Volksvagen, in Germania ) ed una bella famiglia che lo aspetta, ha già prenotato l' aereo per il ritorno per il giorno 25/06/2009, ha in mente di fare delle tappe non molto lunghe e che grazie al cammino è riuscito a perdere la pancia, visto che i suoi amici lo avevano soprannominato: Gerard Depardieu !!!
Continuo a proseguire e Gherard rimane assieme a me, incontriamo un altro signore tedesco, questa volta più giovane , si chiama Edwin ( Gherard ha 60 anni, Edwin- Hotto ne ha 49 ), dopo il saluto classico del pellegrino, si inizia a parlare, mi racconta di avere in Germania una concessionaria di motociclette ( Moto Guzzi ), di essere stato anche lui come Gherard in Italia al nord e di averla girata con la moto . Con Edwin le opportunità di colloquio sono più estese, parla sia un po' di francese che di inglese e se non ci si comprende in una lingua si usa l'altra.... ottimizzando anche un po' di spagnolo che non fa mai male! Man mano che proseguiamo tutti e tre lo scorcio del paesaggio ci fa ammirare gli altipiani montuosi con la neve e fa uno strano effetto. Edwin non è al suo primo cammino e la prova è ad una deviazione, ci porta dritti dentro un campo con lavori in corso e riusciamo a sbucare dove ci sono nuovamente le frecce gialle....
Ripenso a tutte le persone incontrate, a quelle lasciate indietro e quasi mi dispiace, ripenso all' ultima volta che ho rivisto Maghnuss a Los Arcos dove avevo preso l' ultimo letto disponibile e lui che era arrivato appena mezz' ora più tardi era rimasto a dover andare in un albergue privato, ci siamo salutati con gioia fraterna...non lo rincontrerò successivamente, come tutti i pellegrini conosciuti nelle prime due tappe.
Arriviamo a Santo Domingo de la Calzada solita trafila per la registrazione all' albergue, doccia, lavaggio dei panni se necessario e se và tutto bene si asciugano all'aperto, altrimenti l'indomani è facile vedere gli zaini con sopra fissati con le spille da balia i calzini, la maglia indossata il giorno prima.... Tutto a livello di tempistica viene ottimizzato. In camera c'è anche una signora che viene dal Sud Africa, nessun italiano, sono l'unica e mi sembra di risentire a cena la babele di lingue constatata già in precedenza.
Adesso capisco i tanti pellegrini con i loro sguardi incerti in determinate situazioni, molti sembrano a volte essere emotivamente trasportati dalle sensazioni positive di tante culture diverse, in balìa del proprio ed altrui cammino. Ultreya !!!

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