martedì 14 luglio 2009

22/05/2009 Los Arcos - Navarrete

22/05/2009 Los Arcos – Navarrete

Nella serata di ieri, prima di andare a letto e dopo aver trattato le ampolle con gli sconsigliati cerotti Compeed, questa mattina mi sono alzata al solito di buon' ora, anche perché se non metti la sveglia dopo un po' sono gli altri che ti svegliano e già il tallone del piede destro si fa sentire... per quel fastidioso dolore, non do retta al primo acciacco e fortunatamente riesco a calzare la scarpa. Le partenze sono scaglionate in orari a volte un po' particolari, certi pellegrini ( tedeschi e spagnoli per lo più ), si alzano per partire al buio, verso le h 04.30, il tempo di mettere qualcosa sotto i denti e via. Io preferisco levarmi alle sei, preparare il sacco a pelo, troppo ingombrante, ma ciò nonostante, ogni mattina trovo sempre il rimedio di posizionarlo nello zaino...l' inventiva dei napoletani è nel mio dna!!!
Esco dall' albergue alle h 07.10, come stabilito aspetto Aldo e Luca ( i due milanesi ), il parmense con la sua bici partirà più tardi alle h 8.30. La notte è passata benino, solito caldo e solite serate luminose spagnole, il sole tramonta tardi e c'è luce fino alle h 22.30, ma si riesce ugualmente a dormire, nonostante i russatori incalliti, nonostante la stanchezza e nonostante tutto quanto ti pesa nella testa e a cui non sai dare una cornice....
Partiamo e durante il tragitto ci raggiunge il parmense, solare come sempre ed amichevole ci saluta e si allontana, non lo rivedrò nelle tappe successive, un altro viso che comporrà il puzzle d' immagini di questo cammino.
Man mano che si procede, la giornata si preannuncia calda, Luca si attarda, una tendinite lo stà affliggendo dall' inizio e ci dice di andare, io ed Aldo proseguiamo insieme ancora per un po', s' incominciano ad intravedere i campanili delle chiese con le innumerevoli cicogne che stanno arrivando dall' Africa con le loro costruzioni di nidi perfetti.
Aldo si ferma per aspattere Luca, io proseguo ed inesorabilmente ci si perde, ma ognuno ha il suo cammino.... Il caldo oggi si fa sentire, arrivo a Logrono, dopo aver messo il sello lungo il tragitto in un punto tappa alquanto famoso da quello che dicono le guide; la signora con il banchetto ferma ad aspettare i pellegrini al caldo, prosegue la tradizione iniziata dalla madre, che non c'è più, è gentile e pronta a dare un po' d' acqua ed informazioni preziose a chi le richiede, è l' unica cosa bella di Logrono.
Arrivo in città che sono stanca e come al solito i contesti cittadini mi snervano, soprattutto, quando sono ad attraversare un quartiere periferico, dove incontro due adolescenti, mi sembrano rom dal colore della pelle e molto maleducati, ho come la sensazione di ritrovarmi in un quartiere napoletano (probabilmente ripercorrere ieri sera, a cena, le storie e gli aneddoti napoletani condizionano negativamente il proseguo e le mie sentinelle sono allertate.....) ma fanno bene a star lontani, perché oggi alla prima avvisaglia di “ cozzaglia” per come sono incazzata, li avrei sbranati (ò_ò), mi rendo conto di essere poco pellegrina ad aver certi pensieri, ma probabilmente, questo cammino mi servirà anche a limare, le mie diffidenze. Mi accingo ad uscire da Logrono e devo constatare per l' ennesima volta che ci vuole un po' ad attraversarla, sono stanca, sola e mi sento triste. Per la prima volta c'è un aspetto del cammino in questa tappa che non mi piace, mi disturba e mi riporta ad affrontare forse le mie paure, ma ciò nonostante, vado avanti e non voglio in nessun modo essere intimorita, o subire sensazioni negative, tutto ha un senso , bisogna solo avere occhi per guardare e sguardo per vedere la propria anima con una consapevolezza più acuta e serenamente accettare ed affrontare anche queste sfide.....
Come se non bastasse, arrivo a Navarrete ed all' albergue municipal non c'è posto' sono già le h 16.00 e l' idea di dovermi fare altri sedici chilometri non mi garba per niente, arriverei tardi e sono già 41 i km percorsi per arrivare dove sono. L' hospitalero in spagnolo mi indirizza verso un' hotel privato, vado alla ricerca di quest' ultimo e dopo diverse peripezie, finalmente trovo il posto dove dormire, non mi è andata male per dieci euro sono in una stanza con un italiano ( Enrico ) e l' ambiente è nuovo e confortevole. Dopo la doccia, con il pellegrino Enrico andiamo da due sue amiche friulane che sono state sistemate in un altro ambiente, una casa trasformata in albergue, decidiamo di andare a fare tutti insieme la spesa, abbiamo la cucina a disposizione e Laura, l' amica di Enrico si mette all' opera …. Si mangia bene e si socializza in maniera rumorosa … il vino spagnolo fa anche questo.... !!!
Laura nota che zoppico e mi fa presente che con sé ha portato una piccola farmacia, si propone di medicare il mio tallone ed alla vista di esso, rimane perplessa e mi chiede come ho fatto a camminare con un 'infezione così avanzata. Il dolore quando cammini dopo mi passa, quasi a non sentirlo più, a volte senti gli stinchi , le ossa che ti fanno un po' male, ma inevitabilmente è come se il corpo si abituasse e superi via via ogni piccolo allarme. Dopo avermi fasciato da vera infermiera il tallone e la caviglia destra, mi dice che è qui a fare questo cammino senza un motivo particolare, ma si sente che è una persona molto credente, discreta mi dice che ha desiderio di arrivare a Santiago a Dio piacendo …. Mi congedo andare a dormire, domani si parte per un 'altra tappa.

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